𝐌𝐞𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐬𝐭𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀.𝐕𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥’𝐚𝐬𝐬𝐞𝐦𝐛𝐥𝐞𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐍𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐏𝐚𝐫𝐫𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚
Carissimi, lo scorso 7 Febbraio abbiamo ricordato la beata Anna Maria Adorni, da un anno titolare della Nostra Nuova Parrocchia.Su ispirazione del Santo Padre, il Vescovo ha indetto per questo anno un “percorso sinodale” per la diocesi. Anche la nostra Nuova Parrocchia intende vivere un tempo di incontro, dialogo, consultazione e definizione. “Il Sinodo a cui il Papa esorta [la Chiesa italiana] è una esperienza di attivazione dinamica della vita ecclesiale, per superare le forme di cristallizzazione di una pastorale che non intercetta più il cambiamento culturale e sociale” (G. Betori, Sinodo…, in: Avvenire, 14.2.21, p.17).Una assemblea per la nuova parrocchia?Le Nuove Parrocchia nel nuovo assetto della Diocesi di Parma (NAD) sono nate nel novembre 2012. A quasi nove anni dalla loro nascita è importante che ci sia una effettiva condivisione di cosa sono, di come si configurano in ciascun territorio, e di quali azioni porre insieme per testimoniare il Vangelo. Se non si arriva a definire concretamente alcune modalità da vivere insieme si rischia la frustrazione, l’oblio e la morte dello strumento stesso. Ecco perché, in sintonia con l’anno sinodale indetto dal vescovo, ho proposto una assemblea per la Nuova Parrocchia. La proposta è stata accolta dalla segreteria e dal Consiglio Pastorale e si è iniziato a lavorare in questo senso.In questa lettera, provo a definire il processo che, se l’iniziativa avrà frutto, dovrebbe produrre una impostazione comune di “nuova parrocchia”.Incontro.Una assemblea è innanzi tutto un incontrarsi tra persone. L’esperienza dell’incontro è già iniziata in questi anni attraverso alcune attività vissute e celebrate insieme e, sistematicamente, con l’utilizzo di quello strumento di partecipazione che è il Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia (CPNP).I membri del CPNP si sono incontrati fedelmente (Covid permettendo!) ogni due mesi. Affinché la rete delle relazioni raggiunga sia i vari volontari operatori della vita parrocchiale ma anche coloro che vivono l’assemblea domenicale o che condividono il valore della Parrocchia, sarà necessario un sempre maggiore coinvolgimento allargando le possibilità di incontrarsi, anche in piccoli gruppi.Infatti, una assemblea non dovrà radunare solo il Consiglio Pastorale. Ci siamo dunque incontrati in questi mesi come membri del CPNP per “convocare”. Convocare anche altri. Sentirsi convocati a una assemblea significa fare appello al proprio senso di appartenenza e alla gioia di far parte di una comunità. Il senso di appartenenza si coltiva solo nel tempo, con relazioni assidue.Dialogo.Ci incontriamo attorno a dei testi. Testi scritti su cui riflettere per dialogare. Ho preparato un testo in quattro punti: 1) Abbiamo di fronte (o tra di noi) un destinatario che è già implicato nell’annuncio del Vangelo e l’annuncio già opera nel destinatario; 2) L’impegno del credente cristiano (a qualsiasi livello e servizio sia implicato) è quello di favorire in ogni modo l’incontro dell’uomo con Cristo. Favorire e non fare da arbitro a questo incontro mettendo condizioni ovunque; 3) Cercare sempre il contributo di tutti; la plurale collaborazione di responsabilità a costo di essere apparentemente lenti nelle decisioni (questa è sinodalità); 4) La Chiesa esiste per la missione e non per la conservazione (vuoi di idee, usi, strutture esistenti): non la ripetizione ma il metodo; non il ricordo ma il memoriale. Quatto punti che si ispirano a quattro atteggiamento mentali. Quattro modi di affrontare la testimonianza cristiana nel mondo. Infatti, al di là delle iniziative, deve essere il nostro approccio al mondo a cambiare.Questi quattro punti sono il prodotto di alcuni documenti letti e studiati. Anzitutto l’invito del vescovo a vivere un anno sinodale e il suo concreto commento al racconto dei discepoli di Emmaus. Inoltre, tra i diversi stimoli giunti in questo tempo complicato di pandemia ne ho proposti altri due, che confrontandomi con altre persone, sono parsi particolarmente azzeccati alla condizione della nostra Nuova Parrocchia (NP): l’intervento di Fr Enzo Biemmi all’incontro di “Ottobreducatori” del 2020 (se ne può trovare la registrazione) e la lettera pastorale 2020-2021 di Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina, anch’essa modellata sulla falsariga del racconto dei discepoli di Emmaus. Dialogare significa superare la solitudine che oggi, prima che di relazioni fisiche, è una solitudine di idee: solitudine di scelte condivise, di valori perseguiti, di concetto di persona.L’epidemia che ha preceduto quella da Convid-19 ha intaccato le coscienze e si chiama soggettivismo. Se dei cristiani – di parrocchie e abitudini diverse – riescono a dialogare tra di loro in virtù del loro battesimo si fanno antidoto alla autoreferenzialità dominante, superano la paura di perdere il proprio ruolo di singoli, testimoniano che l’idolatria di se stessi è una falsa illusione di felicità.Ai membri del Consiglio Pastorale della NP compete il primo, arduo compito di essere maestri di dialogo. Se il dialogo tra di noi riesce allora si potrà passare alla convocazione di una assemblea plenaria.Consultazione.Ho scritto “convocare”. Se si vuole che alla assemblea ci sia gente non basterà dirlo in Chiesa. E non basterà neppure dirlo genericamente in giro. Le persone si devono sapere conosciute e chiamate per nome. Chi ci sarà all’assemblea? Tutti i battezzati! Questo significa: volontari a vario titolo (tecnici, pulizia, amministrazione, oratorio), catechisti/e, educatori/trici, animatori/trici, membri delle associazioni (ANSPI, AGESCI, Azione Cattolica), le famiglie (da sole o in gruppo), gli animatori più specificatamente implicati nella carità, i membri dei gruppi di preghiera e del gruppo biblico, i frequentanti la messa domenicale e gli ambienti delle nostre parrocchie, tutti coloro che guardano con simpatia alla presenza cristiana cattolica nel quartiere. Tutti i battezzati… espressione che coinvolge davvero anche chi non si sente parte di qualche “categoria”.A questo punto, se l’operazione riesce, saremo veramente in tanti. Per dialogare e consultarci occorrerà allora mettere in mano a tutti degli strumenti di riflessione e dibattito per confrontarsi, correggere e proporre. Se il primo sforzo del dialogo è vincere la tentazione della solitudine, in una assemblea plenaria, il secondo sforzo sarà quello di vincere la tentazione dell’efficienza: la realtà non corrisponde mai all’idea.Quando si è insieme, occorre esprimere le proprie idee, in modo chiaro, sereno e concretizzabile. Occorre anche che siano idee coraggiose e incoraggianti e che, chi le propone, sia disposto a lavorarci in prima persona con gli altri senza deleghe o auspici ma sudandole giocandosi del tempo.Questa fase sarà seguita da un tempo di “raccolta”. Le idee, infatti, devono sedimentare, essere oggetto di meditazione e riflessione, comporsi all’interno di un quadro più ampio dove il primato di ogni sintesi è dato alla comunione. Idee, sì! Proposte, anche coraggiose, sì! Dibattito solare e aperto, sì! Ma, alla base di tutto, una assemblea tra battezzati funziona se produce rinnovata amicizia, gioia e scoperta di essere fratelli e sorelle, amici, popolo coeso all’interno dell’umanità composita di un quartiere.Definizioni.Tutto il materiale di idee e proposte e esperienze raccolto dall’assemblea sarà rimesso in mano al CPNP, proprio nel suo ultimo anno di servizio (questo consiglio pastorale, infatti, è in carica dal 2018 e scadrà nel 2022). Saranno dunque in membri del CPNP a definire le caratteristiche, le linee programmatiche, le scelte unitarie che caratterizzeranno per i prossimi anni la vita pastorale della cinque parrocchie che compongono la nostra NP. Le scelte programmatiche che dovranno emergere dalla Assemblea e dalla elaborazione del CPNP saranno l’ossatura portante, lo sfondo comune dei futuri programmi pastorali della Nuova Parrocchia.Cosa ne trarremo?Se già si sapesse dove arrivare in maniera definita non sarebbe più un assemblea e il dibattito consultivo non sarebbe autentico. Per partire con questa iniziativa mi accontento di due obiettivi primari: a) crescere come comunità di relazioni; b) raggiungere alcune scelte condivise, sempre ridiscutibili nelle modalità di attuazione, ma stabili e valide per tutti. Se, per esempio, si arrivasse a definire che la formazione degli operatori pastorali si fa insieme, la catechesi della Iniziazione Cristiana nelle sue forme ha da essere condivisa, che le associazioni sono metodo e bene di tutta la NP, ecc. Il CPNP in modo autorevole, confortato da una significativa assemblea, potrebbe arrivare a definire precise scelte operative e ciò sarebbe di aiuto anche al Parroco, al Moderatore, ai Diaconi e a tutti coloro che sono direttamente implicati nel servizio: scelte comuni che possano essere come dei binari dentro i quali riconoscersi a servizio del Vangelo nel nostro territorio.Non compiere delle scelte precise oggi – nero su bianco – potrebbe voler dire che basta cambiare Parroco o Moderatore, o animatori della pastorale e il nuovo che viene cambia tutto, ricomincia con altre linee programmatiche… e ciò provocherebbe grave disorientamento nella vita delle comunità.Con questi propositi e con i migliori sentimenti, anche a nome di Don Renzo e Don Mario e di tutti i membri del Consiglio Pastorale auguro un fruttuoso cammino verso la Pasqua.Vostro aff.mo Don Mauro(Moderatore Nuova Parrocchia Beata Anna Maria Adorni)
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